lunedì 19 settembre 2016

Premessa agli Appunti.

Orco cane! Mi sono accorto solo ora che i racconti "eronici" che volevo inserire dopo Come persi la verginità appaiono quasi tutti nel blog http://tonystantuffo.myblog.it, con spazi tra una riga e l'altra che non so perché non sono riuscito a sistemare. Non ricordavo più di avere messo in rete i vari Narciso Boccadoro, La ricotta della Teresa, Il mito di Stantuffo, L'amore ai tempi di Youporn, Il Trombamogli, eccetera. Magari, avendoli rivisti e corretti per l'edizione cartacea di Appunti di un naufrago sentimentale (pubblicata con Il Foglio Letterario), un giorno li riproporrò ancora qui nella nuova versione, ma per adesso non mi sembra il caso (eventualmente Tony vi aspetta nel suo blog); ripropongo qui sotto solo la premessa del libro. Buona lettura.



PREMESSA 

Avete mai visto un uomo trasformarsi in libro? Gregor Samsa, protagonista de “La metamorfosi” di Kafka, si trasforma in insetto, ma Gregor Samsa, oltre ad essere alter ego del buon Franz, è  personaggio di fantasia. Io no, io sono reale, sono qui che scrivo le parole che state leggendo, quindi esisto, anche se dovessi essere già morto. E mentre scrivo avviene questa incredibile mutazione: le mani diventano propaggini di una penna, la gabbia toracica si apre ed escono fogli, la testa prende le sembianze della copertina, nelle vene sento scorrere inchiostro; ho appena avuto un conato di vomito e sono fuoriuscite parole. Un mostro? No, un libro ho detto, anzi, IL libro. Qui dentro ci sono io allo stato puro, c’è la mia essenza, il mio spirito. Mai più scriverò un’opera così rappresentativa di ciò che sono.
   I protagonisti principali sono i sentimenti, il sesso, l’amore. L’ispirazione mi ha colto durante uno di quei rari periodi “catartici” in cui mi sono innamorato. Non è capitato spesso, ma quando è capitato il vostro qui presente autore può affermare di aver perso completamente l’uso della ragione, a scapito di quell’istintività sentimentale che da tempi lontani viene simboleggiata con la parola cuore.
   Con questo libro ho voluto intraprendere il viaggio più importante di tutti quelli che ho fatto finora, materiali, mentali o letterari. Sono partito dal presente perché l’input me lo ha dato un’esperienza recente, ma sono dovuto per forza tornare nel passato per ritrovare quegli indizi e segnali che mi dovranno guidare in futuro.
   Il libro non segue una trama precisa; potrei definirlo un mix di autobiografia, psicologia, filosofia, sessuologia, diario, racconto erotico, saggistica, romanzo di formazione. Ho cercato di amalgamare al meglio ogni ingrediente affinché ne uscisse un insieme fluido, interessante e divertente oltre che illuminante.
   Nonostante mi ritenga, a torto o a ragione, una persona piuttosto strana, contrastata, complessa e complessata, i sentimenti e le esperienze che descrivo fanno parte del bagaglio umano universale; vi ritroverete anche voi in questo mondo gioioso e doloroso, a volte spietato, a volte entusiasmante, sempre e comunque fruttuoso per chi quei frutti sa coltivare, cogliere e assaporare.
   Mentre scrivo questa prefazione sono nuovamente sereno, ma quando ho iniziato a buttar giù le prime parole e i primi appunti mi trovavo ancora in una condizione di turbamento che giorno dopo giorno, pagina dopo pagina, è evaporata. Man mano mi trasformavo in libro, anche la mia forza aumentava.
   Un’amica, una volta superato il momentaccio, mi disse: “Simone, spero di non vederti mai più innamorato, perché ti riduci in uno stato pauroso.”
   Forse voleva dire “pietoso”, ma poco importa, il succo non cambia: l’amore, pardon, l’innamoramento mi trasfigura (l’amore mi completerebbe).
   All’amica detti una risposta che ritengo emblematica del mio essere, essere anche artista.
   “Vedi” dissi, “a volte tribolo, soffro, mi sento un animale in gabbia, ma sai una cosa? Queste violente scariche emotive mi fanno sentire vivo!”
   Mi nutro di emozioni violente e più tali emozioni mi fanno soffrire, più ne esco rafforzato. E come vedrete, ispirato.
   Pur consapevole che, come scrisse Mario Vargas Llosa, “non si scrivono romanzi per raccontare la vita ma per trasformarla, aggiungendovi qualcosa”, se fossi un pittore e il libro che sto scrivendo un quadro, mi starei cimentando in un autoritratto più vero del reale. Impresa ardua e presuntuosa, ma qual è il fine ultimo dell’artista? Immortalare la propria anima. Questo libro è la mia anima.



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