PREMESSA
Avete mai visto un uomo
trasformarsi in libro? Gregor Samsa, protagonista de “La metamorfosi” di Kafka,
si trasforma in insetto, ma Gregor Samsa, oltre ad essere alter ego del buon
Franz, è personaggio di fantasia. Io no,
io sono reale, sono qui che scrivo le parole che state leggendo, quindi esisto,
anche se dovessi essere già morto. E mentre scrivo avviene questa incredibile
mutazione: le mani diventano propaggini di una penna, la gabbia toracica si
apre ed escono fogli, la testa prende le sembianze della copertina, nelle vene
sento scorrere inchiostro; ho appena avuto un conato di vomito e sono
fuoriuscite parole. Un mostro? No, un libro ho detto, anzi, IL libro. Qui
dentro ci sono io allo stato puro, c’è la mia essenza, il mio spirito. Mai più
scriverò un’opera così rappresentativa di ciò che sono.
I protagonisti principali sono i sentimenti, il sesso, l’amore.
L’ispirazione mi ha colto durante uno di quei rari periodi “catartici” in cui
mi sono innamorato. Non è capitato spesso, ma quando è capitato il vostro qui
presente autore può affermare di aver perso completamente l’uso della ragione,
a scapito di quell’istintività sentimentale che da tempi lontani viene
simboleggiata con la parola cuore.
Con questo libro ho voluto intraprendere il viaggio più importante di
tutti quelli che ho fatto finora, materiali, mentali o letterari. Sono partito
dal presente perché l’input me lo ha dato un’esperienza recente, ma sono dovuto
per forza tornare nel passato per ritrovare quegli indizi e segnali che mi
dovranno guidare in futuro.
Il libro non segue una trama precisa; potrei definirlo un mix di
autobiografia, psicologia, filosofia, sessuologia, diario, racconto erotico,
saggistica, romanzo di formazione. Ho cercato di amalgamare al meglio ogni
ingrediente affinché ne uscisse un insieme fluido, interessante e divertente
oltre che illuminante.
Nonostante mi ritenga, a torto o a ragione, una persona piuttosto
strana, contrastata, complessa e complessata, i sentimenti e le esperienze che
descrivo fanno parte del bagaglio umano universale; vi ritroverete anche voi in
questo mondo gioioso e doloroso, a volte spietato, a volte entusiasmante,
sempre e comunque fruttuoso per chi quei frutti sa coltivare, cogliere e
assaporare.
Mentre scrivo questa prefazione sono nuovamente sereno, ma quando ho
iniziato a buttar giù le prime parole e i primi appunti mi trovavo ancora in
una condizione di turbamento che giorno dopo giorno, pagina dopo pagina, è
evaporata. Man mano mi trasformavo in libro, anche la mia forza aumentava.
Un’amica, una volta superato il momentaccio, mi disse: “Simone, spero di
non vederti mai più innamorato, perché ti riduci in uno stato pauroso.”
Forse voleva dire “pietoso”, ma poco importa, il succo non cambia:
l’amore, pardon, l’innamoramento mi trasfigura (l’amore mi completerebbe).
All’amica detti una risposta che ritengo emblematica del mio essere, essere anche artista.
“Vedi” dissi, “a volte tribolo, soffro, mi sento un animale in gabbia,
ma sai una cosa? Queste violente scariche emotive mi fanno sentire vivo!”
Mi nutro di emozioni violente e più tali emozioni mi fanno soffrire, più
ne esco rafforzato. E come vedrete, ispirato.
Pur consapevole che, come scrisse Mario Vargas Llosa, “non si scrivono
romanzi per raccontare la vita ma per trasformarla, aggiungendovi qualcosa”, se
fossi un pittore e il libro che sto scrivendo un quadro, mi starei cimentando
in un autoritratto più vero del reale. Impresa ardua e presuntuosa, ma qual è
il fine ultimo dell’artista? Immortalare la propria anima. Questo libro è la mia anima.
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